2 nov 2015

VOTO IN TURCHIA: IL VINCITORE ERDOGAN PROMETTE STABILITA'

Il Presidente turcho Recep Tayyip Erdogan promette stabilità in Turchia, dopo aver vinto le elezioni, concluse pochissimi giorni fa.


I curdi perdono voti ma restano in parlamento: proteste in piazza.
Un risultato ottenuto, nonostante il partito filo-curdo Hdp, sia riuscito anche stavolta ad entrare in Parlamento, superando la soglia di sbarramento record del 10%, perdendo un milione di voti rispetto a giugno, ma diventando il terzo partito per numero di seggi (59) dopo il crollo del nazionalista Mhp, che si ferma a 41. 
Quasi nulla cambia per il socialdemocratico Chp, ancora una volta costretto all'opposizione: con il 25,4% e due seggi guadagnati rispetto a giugno (134) si conferma secondo partito in Parlamento.

Ma nel sud-est a maggioranza curda della Turchia è subito esplosa la rabbia per un risultato inatteso che spezza il sogno di fermare il cammino del 'sultano'. 
A Diyarbakir manifestanti curdi hanno appiccato incendi ed eretto barricate, scontrandosi con la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e una decisa repressione delle proteste. 

Un assaggio di quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi se Erdogan proseguirà nel muro contro muro. In tre mesi di guerra al Pkk, oltre 150 soldati e duemila combattenti curdi sono già morti. E adesso il timore è che la guerriglia possa spostarsi stabilmente nei centri urbani. 

ERDOGAN PROMETTE STABILITA'Erdogan è però rimasto sotto la soglia dei 330 seggi necessaria per arrivare al referendum che gli avrebbe potuto permettere un cambiamento della Costituzione in senso presidenzialista. 

Erdogan sembra destinato a mantenere comunque il controllo del partito e, quindi del potere. 
La sua figura di presidente super partes, cui lo avrebbe costretto un esecutivo di coalizione, adesso è
per lui un lontano spauracchio.
Da subito, e almeno per i prossimi quattro anni, sulla crisi siriana come su quella dei profughi il mondo dovrà ancora fare i conti con il 'sultano'.

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